2.190° Fahrenheit

Sull'orlo dei vulcani
  • Ufficio Stampa

2.190° FAHRENHEIT
sull’orlo dei vulcani
14 maggio – 11 giugno 2022
Arcipèlago — Udine

 

Arcipèlago è entusiasta di presentare una mostra collettiva che esplora l’affascinante tema dei vulcani. Dipinti, fotografie, sculture, documenti storici e video propongono un viaggio visivo attraverso i fenomeni dell’attività vulcanica – dai fumi sereni ai primi minacciosi rimbombi, dall’esplosione piroclastica al letargo silenzioso.

Da sempre, i vulcani hanno acceso la meraviglia e l’immaginazione, in quanto sono una delle manifestazioni più spettacolari e ispiratrici della natura. Attraverso un’accurata selezione di opere e rari documenti d’archivio, Arcipèlago vuole raccontare alcune delle storie che si celano dietro questi giganti e presentare diverse visioni sulla straordinaria potenza della natura e la sua bellezza più selvaggia.

Con i dipinti di Francesco Poiana; le sculture di Sonia Armellin; le fotografie di Gaia Cantarutti, Luigi Chiapolino, Vittorio Franzolini, Antonio Raciti, Max Rommel, Bartolomeo Rossi, Omar Sartor; documenti storici dell’inizio del XX secolo e video d’archivio dei vulcanologi Maurice e Katia Krafft.

2.190°Fahrenheit è una contemplazione geologica, dalle profondità della Terra all’immensità di una nube incandescente. Magma, lava, zolfo, basalto, roccia fusa, lapilli, cenere, ma anche le sfumature verdi delle pendici fertili, la nebbia opaca, le luci insanguinate dei crateri… Questa mostra è un invito ad avvicinarsi a questo flusso di energia colossale che vive sotto i nostri piedi, ed esplorare il mondo minerale ipnotico, quello che vive, quello che esplode.

“I vulcani generano un fascino paradossale. Sono splendidi eppure drammatici; complessi e metamorfici, sono circondati da miti e leggende eppure così difficili da studiare; sono l’origine e la distruzione del mondo. Osservandoli, si può facilmente sperimentare la manifestazione del sublime e immaginare la Terra come doveva essere stata alla sua genesi. In un mondo che sta impazzendo, è un sollievo contemplare la permanenza dei vulcani, il loro splendore eterno di cui non saremo mai possessori”, spiega Charlotte Menard, co-curatrice della mostra.

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